Il Gatto con una sola “Coda”
Ero appena entrato sul mio profilo di Fb, subito dopo aver fatto colazione. Una foto mi era stata inviata da Frèdèrique, da Las Terrenas. Rimasi stupito e compiaciuto allo stesso tempo. Lo stupore nel vedere quella semplice immagine, mi riportò indietro, a viaggiare con la mente. Un immediata immersione nella mia memoria, si trasformò in un flashback di ricordi e straordinarie emozioni.
La foto era quella di un “Gatto”, magistralmente stilizzato, in ferro battuto, ondulato elegantemente, con delle sinuose curve. E poi quella coda, che si inerpicava verso l’alto, con un rondò racchiuso in se, sul quale poggiava un porta candela. Le chiesi: “Ma Frèdèrique, è proprio quello che stava dentro il mio negozio Coky’s?” Lei lavorava nel mio piccolo museo caraibico, era la mia persona di fiducia. Diventava la “Dueña” ossia la “Capa” quando mi dovevo assentare per lungo tempo, per motivi di viaggio. Mi rispose subito: “Si señor”, come se volesse partecipare al gioco. E il gioco funzionò e allora mi spuntò un sorriso a 36 denti, ma di gioia. Si perché di gioia ne ho vissuta parecchia in quegli anni. Ed ora quel sentimento si presentava sotto forma di “Gatto”.
Una delle tante fascinose ed eleganti sculture che soggiornavano in quei pochi metri quadri, in un angolo di paradiso sperduto in quell’isola chiamata “Quisqueya” (madre di tutte le terre) già in epoca precoloniale, poi ribattezzata “Hispaniola” da Cristoforo Colombo. Oggi Repubblica Dominicana, nota a molti con il nome stesso della sua capitale, Santo Domingo. Era il 14 Gennaio 1999 quando misi piede nell’isola, e da allora molte cose cambiarono nella mia vita. Ma la foto di quel “Gatto”, oggi mi ricorda anche come certe scelte, particolarmente radicali, mi permisero di conoscere ed apprezzare le cose più essenziali della vita. L’importante è circondarsi sempre di cose belle.
Qualsiasi cosa essa sia, purché sia bella ed elegante. Una ricchezza naturale, che si concede a chiunque. Essa ci permetterà di vivere sempre al di sopra di ogni cosa, senza esclusione di ceto ed appartenenza sociale. “Tutti siamo ricci nella vita, ma più delle volte senza eleganza” (tratto dal libro – L’eleganza di un Riccio – di Muriel Barrey)