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C’era una volta e … Ce ne sarà ancora

Siamo stati colti dal nuovo vento. Così attoniti e frastornati, non riusciamo a tappare il varco, in quanto non comprendiamo da quale fessura si sia introdotto. Mary Poppins ne avrebbe fatto buon uso. Si sarebbe cullata e fatta trasportare verso i suoi bambini. Quei bambini che hanno bisogno di lei, per insegnare loro come comportarsi in certi momenti. Noi bambini non lo siamo più, perché abbiamo smesso di credere nelle favole. Adesso siamo stati contagiati dal vento e credere alle favole, ci avrebbe facilitati nel recuperare, in parte, quel senno ormai perduto.

Tutto andava bene, fin quando andava bene. Ci avvalevamo delle nostre conquiste, per occupare sempre più nuovi spazi di conoscenza e di svago. Si stava bene, non ci mancava nulla. Naturalmente il gioco non era valido per tutti. Adesso invece pare che “alcuni” livelli di equilibrio si siano azzerati.

Insomma, cominciano a mancare tutte quelle cose elementari che fino a qualche giorno fa, le davamo per scontate. Sorrisi. Baci. Coccole. Abbracci. Brioches con la crema. Cannoli con la ricotta e qualche gelato consumato lungo il corso, durante una passeggiata pomeridiana o serale. Si è perso il piacere di qualcosa, ma si è recuperato in parte, il senno dei buoni sentimenti. l’Ariosto accennò il problema, durante la stesura del suo poema cavalleresco. Fece infatti partire il paladino Astolfo sulla luna, per recuperare il senno di Orlando. Egli nell’opera allestisce una serie di “Vanità Umane”. Queste ultime dovranno essere raccolte, perché reputate responsabili della perdita dell’intelletto, da parte della maggior parte degli uomini.

La Terra, dal canto suo e non per esser meno, ancor più vanitosa, non può starsene in silenzio e rammenta di fare i “Buoni”, come ricorda il Signor Balocco: “Fate i buoni e statevene a casa. Adesso ci penso io. Vi raccomando, non uscite, perché ho sguinzagliato i cani. E fate attenzione che mordono.”

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